Il culto delle acque in Veneto

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Curiosando nella notte dei tempi, ritroviamo spesso le acque come allegoria di vita e di purificazione, sia fisica che spirituale. Nello specifico i fiumi erano visti come dèi, figli di Oceano e Teti e padri delle Ninfe; i mari rappresentavano l'ignoto; le piogge le acque celesti sulla terra, mentre le acque terrestri la sostanza primordiale. Oltre a essere luoghi da cui sgorga l'energia vitale, alcune fonti sono culle in cui riposare le membra, per ritrovare la giovinezza perduta e riscoprire una salute divina.

Le qualità che le sorgenti dovevano possedere per essere considerate sacre erano svariate: innanzitutto la loro straordinarietà ed unicità, come la temperatura dell'acqua, il suo odore, l'ambiente circostante, il colore delle rocce, o la loro straordinaria portata, come le risorgive del Timavo, da cui sgorga un intero fiume.